FAQ
- Raggiungono tassi di raccolta selettiva degli imballaggi per bevande superiori al 90%, contro una media del 47% nei paesi che non adottano tali sistemi. Tali tassi di raccolta possono essere raggiunti in brevissimo tempo come dimostra il caso della Lituania che ha incrementato il suo tasso di raccolta dal 32% nel 2016 al 92% nel 2018.
- Permettono il raggiungimento degli obiettivi di raccolta e di contenuto riciclato minimi per gli imballaggi per bevande in plastica previsti dalla direttiva SUP. (Vedasi Faq nr. 5) Favoriscono inoltre il raggiungimento di ulteriori obiettivi legati al riciclo degli imballaggi (plastica, alluminio e vetro) ed alla riduzione del conferimento degli imballaggi in discarica.
- Stimolano il consumatore a partecipare al processo di raccolta attraverso un incentivo monetario, trasformando il rifiuto in risorsa e rappresentano una chiara applicazione del principio “chi inquina paga”.
- Riducono sensibilmente l’inquinamento e la dispersione degli imballaggi per bevande nell’ambiente ed in mare.
- Riducono i costi per le autorità locali, responsabili di dover rimuovere gli imballaggi dispersi nell’ambiente creando vantaggi per le comunità, l’industria del turismo e dello sport, nonché riducendo i rischi per la sicurezza ed il benessere degli animali.
- Favoriscono il design sostenibile degli imballaggi per bevande, incentivando l’utilizzo di materiali più facilmente riciclabili e riusabili.
- Supportano la creazione di sistemi di vuoto a rendere volti al riutilizzo degli imballaggi, offrendo un’infrastruttura di raccolta e altre condizioni propedeutiche ad una maggiore immissione al consumo di contenitori ricaricabili e riutilizzabili .
- Forniscono l’approvvigionamento di materie prime seconde di alta qualità per l’industria del riciclo, anche grazie ad una stabilizzazione dei flussi disponibili per gli operatori del riciclo e dei prezzi.
- Riducono il consumo di materie prime con conseguente riduzione delle emissioni climalteranti.
- il contributo EPR pagato dai produttori di bevande;
- i proventi dalla vendita dei materiali raccolti sul mercato;
- i depositi non riscattati dai consumatori.
- La portata nazionale del Sistema di Deposito Cauzionale e la sua obbligatorietà per i produttori di bevande;
- La necessità di includere diverse tipologie di imballaggi per bevande (in plastica, metallo e vetro);
- La necessità di definire obiettivi vincolanti di intercettazione e riciclo;
- La necessità di definire un soggetto nazionale, di natura no-profit, che sia responsabile della gestione del sistema, che contabilizzi i proventi della vendita e i depositi non riscossi nel bilancio complessivo del sistema DRS, e che sia il soggetto responsabile per il conseguimento degli obiettivi di intercettazione, e per la applicazione delle eventuali penali.
No, in quanto manca l’elemento fondamentale del deposito. Il sistema basato sugli eco-compattatori può essere più propriamente definito come un “sistema di raccolta incentivante”, in quanto, in assenza dell’elemento fondamentale del deposito, che viene restituito all’atto della riconsegna del contenitore, deve adottare altri sistemi di promozione della restituzione, quali buoni spesa, sconti ed altri possibili benefit.
Per quanto tali strumenti incentivanti possano sviluppare comportamenti conseguenti nelle fasce più sensibili della popolazione, costituiscono anche un elemento di precarietà del sistema, che – proprio per l’assenza di un soggetto responsabile a livello nazionale – dipende fortemente dalla persistenza di fattori di ordine operativo ed economico che consentano di definire gli incentivi e di mantenere la contabilità del sistema in equilibrio. Tali fattori, in genere transitori e dunque intrinsecamente precari, possono essere:
- Contributi pubblici (quale è l’attuale caso in Italia, un elemento evidentemente solo congiunturale);
- Sponsorizzazioni (pubblicità apposta sugli eco-compattatori);
- Previsioni di ritorno di immagine in ambito CSR (Corporate Social Responsibility, le azioni intraprese in ambito ambientale e sociale dai grandi marchi di produzione di beni di largo consumo, nella previsione che tali azioni comportino una migliore percezione del marchio);
Accordi con la GDO per la localizzazione degli eco-compattatori in base alla previsione di aumento di accessi ai punti vendita da parte dei consumatori che intendono restituire i contenitori (tale elemento è tuttavia incerto e non assicura una partecipazione duratura da parte della GDO, che invece in un sistema DRS propriamente detto beneficia della “handling fee” o “commissione di gestione” per ogni imballaggio raccolto, la quale è parte integrante della contabilità di un sistema DRS).