Le bottiglie riutilizzabili in PET tornano in Austria

le bottiglie riutilizzabili in pet tornano in austria

Vöslauer, primo produttore di acque minerali in Austria, ha presentato insieme a Greenpeace Austria e alla presenza della ministra all’ambiente Leonore Gewessler, la prima bottiglia in PET riutilizzabile che viene immessa sul mercato dopo 13 anni. La nuova bottiglia, al centro di un Sistema di vuoto a rendere volontario lanciato dall’azienda, consentirà un risparmio di plastica dell’80%.

Il più grande fornitore di acqua minerale in Austria, Vöslauer, ha inaugurato oggi l’unico impianto che andrà ad utilizzare bottiglie in PET ricaricabili in Austria. Tolte  dagli scaffali 13 anni fa, le bottiglie in PET tornano nella nuova veste da 1 litro, per 55 grammi di peso, che può sostenere almeno 12 rotazioni/riutilizzi.

Queste bottiglie, che sono parte di un Sistema di vuoto a rendere su base volontaria voluto da Vöslauer, sono soggette ad un deposito di 29 centesimi di euro a bottiglia (oppure di 3 euro a cassa anch’essa in plastica riutilizzabile, contenente 9 bottiglie) che ne garantisce il ritorno al produttore per nuovi cicli.

Nonostante i tempi difficili sotto il profilo economico sono stati investiti complessivamente nel progetto circa sette milioni di euro, come ha dichiarato mercoledì scorso il direttore generale di Vöslauer, Birgit Aichinger, in una conferenza stampa a Bad Vöslau (distretto di Baden). Fattori come la necessità di proteggere il clima e una maggiore consapevolezza sulla sostenibilità dei prodotti, hanno non solamente guadagnato enormemente in importanza agli occhi dei consumatori, ma sono anche diventati criteri determinanti nel guidarne le scelte d’acquisto. Il riutilizzo dei contenitori risponde al desiderio dei cittadini di fare la loro parte. Infatti, secondo Aichinger, ogni contenitore che può essere riempito almeno 12 volte e permette di risparmiare l’80% circa di plastica per ogni bevanda. Con 20 milioni di riempimenti/ricariche, si arriva ad ottenere una riduzione di CO2 equivalente pari a 420 tonnellate.

“Nello sviluppo dei nostri contenitori nel corso degli anni ci siamo concentrati sulla sostenibilità e sulla conservazione delle risorse. Dopo avere introdotto la prima bottiglia riutilizzabile in PET nel 2003, reintrodotto la bottiglia di vetro riutilizzabile nella vendita al dettaglio nel 2014, lanciato nel 2019 sempre al dettaglio la prima bottiglia in PET con il 100% di contenuto riciclato e la prima bottiglia di vetro a rendere da 0,5 litri, abbiamo compiuto ora il passo che ancora mancava” ha sottolineato Birgit Aichinger di Vöslauer.

Un dispositivo nell’impianto di lavaggio previene eventuali danneggiamenti ai contenitori
L’impianto di lavaggio dedicato all’igienizzazione dell’attuale generazione di contenitori in PET (costituiti da un 30% di contenuto riciclato rPET) è dotato di un dispositivo che blocca le bottiglie in modo che non si muovano e subiscano danni dovuti allo sfregamento.

La ministra Leonore Gewessler e Alexander Egit, direttore generale di Greenpeace, hanno entrambi espresso il loro plauso al progetto.“Le bottiglie riutilizzabili prevengono i rifiuti, possono essere ricaricate più volte conservano risorse preziose che non vengono disperse come rifiuti in natura. Sappiamo che gli austriaci vogliono proteggere l’ambiente attraverso il riutilizzo dei contenitori. Ecco perché abbiamo previsto l’introduzione di quote di riuso obbligatorie al 2024. Vöslauer intraprende un percorso esemplare verso l’economia circolare, assicurandosi così già da oggi l’approvvigionamento necessario di PET per le sue attività”, ha dichiarato la ministra Leonore Gewessler.

Greenpeace: le bottiglie riutilizzabili producono meno emissioni di quelle monouso

Complessivamente sono oltre 1,6 miliardi le bottiglie di plastica e 800 milioni le lattine per bevande delle varie marche che vengono immesse ogni anno sul mercato in Austria. La quantità di bottiglie di plastica monouso per bevande è raddoppiata negli ultimi 20 anni e c’è ancora bisogno di ottimizzare la raccolta e il riciclaggio. Le bottiglie ricaricabili austriache sono più leggere di quelle usate in Germania e potrebbero essere scambiate a occhio nudo per bottiglie monouso, non fosse per la scritta “mehrweg” che avverte chiaramente circa la riusabilità delle stesse.

“Greenpeace ha condotto con successo per anni una campagna per il ritorno della bottiglia a rendere in Austria: dal latte alla birra e ora all’acqua minerale con Vöslauer. Collaborando con aziende lungimiranti possiamo provocare un’inversione di tendenza e fermare l’inondazione da plastica. Ora tutti i supermercati dovrebbero seguire l’esempio e mettere a scaffale anche la nuova bottiglia ricaricabile” si augura Alexander Egit di Greenpeace Austria.

Una bottiglia riutilizzabile che viene lavata e ricaricata produce significativamente meno emissioni lungo il suo ciclo di vita – dalla produzione al consumo allo smaltimento – rispetto ad una bottiglia usa e getta di nuova produzione (1). L’obiettivo di Greenpeace è quello di avere la maggior parte dei produttori di bevande che utilizzino una stessa bottiglia ricaricabile standardizzata, come già avviene per le bottiglie di birra. Con un sistema di “pool bottles”, si può infatti ottimizzare la logistica e aumentare il numero di bottiglie in circolazione, con vantaggi ambientali ed economici.

Bottiglie standard per permettere ai piccoli produttori di passare al riutilizzabile

L’organizzazione ambientalista GLOBAL 2000 accoglie con favore la nuova opzione riutilizzabile in PET introdotta da Vöslauer, che offre un’alternativa più sostenibile alle bottiglie monouso, e un’alternativa alle bottiglie in vetro riutilizzabili . Tuttavia, secondo l’organizzazione, per far sì che gli imballaggi riutilizzabili tornino ad essere prassi comune in tutto il paese è necessario il sostegno da parte del governo. “È finalmente giunto il momento di creare contesti legislativi quadro affinché il riuso torni ad essere la norma. Le quote obbligatorie di riuso introdotte nella nuova legge sulla gestione dei rifiuti sono troppo basse e la legislazione che introduce il Sistema di Deposito Cauzionale per i contenitori monouso per bevande non è ancora definita. Inoltre, serve avere bottiglie e contenitori standardizzati in modo che anche le aziende più piccole possano permettersi di passare a contenitori riutilizzabili”, spiega Anna Leitner, portavoce di GLOBAL 2000.

Secondo Global 2000 è infatti determinante che il governo promuova bottiglie standardizzate – le cosiddette “pool bottles” – in modo che anche le aziende di bevande più piccole possano adottare le bottiglie ricaricabili il prima possibile. Un sistema di contenitori standardizzati andrebbe anche a vantaggio dei consumatori che possono restituire i contenitori indipendentemente da dove li hanno acquistati.

GLOBAL 2000: l’importanza di una legge ambiziosa anche per il Sistema di Deposito Cauzionale per contenitori monouso

La quota di bevande commercializzate in bottiglie ricaricabili in Austria si attestava all’inizio degli anni ’90, ancora intorno all’80%, per poi scendere rapidamente negli anni a seguire. Attualmente, solo il 20% delle bevande immesse al consumo viene commercializzato in bottiglie di vetro riutilizzabili.

Una percentuale che dovrebbe aumentare dal 2024, quando i rivenditori di bevande dovranno offrire ai clienti quote incrementali di bevande in contenitori ricaricabili per il comparto delle acque, del latte e altre bevande. Secondo GLOBAL 2000, l’introduzione della nuova bottiglia ricaricabile dimostrerebbe soprattutto che l’obiettivo di avere al 2030 il 30% di contenitori ricaricabili rispetto al totale di contenitori per bevande immesse sul mercato sia troppo basso.

Global 2000 sostiene che il governo dovrebbe, non solamente alzare l’asticella rispetto alle quote di riuso fissate, ma applicarle anche ai formati on -the- go che sono stati esclusi dal provvedimento, andando quindi ad includere le categorie dei succhi, bevande analcoliche e acque confezionate in bottiglie e lattine nei formati da 0,3 e 0,5 litri.

L’organizzazione sostiene infine che accanto a un Sistema di vuoto a rendere finalizzato al riuso sia necessario introdurre un Sistema di Deposito Cauzionale per contenitori monouso attraverso una regolamentazione rigorosa, ambiziosa e coerente. Tale regolamentazione dovrebbe entrare in vigore entro la fine dell’anno in corso, in modo che le aziende possano accedere ai fondi dell’UE destinati ai sistemi di raccolta. L’importo del deposito applicabile ai contenitori monouso dovrebbe essere inoltre concepito in modo tale da agevolare prioritariamente l’acquisto in bottiglie riutilizzabili.

“L’aumento graduale delle quote di riuso vincolanti per legge per i produttori di bevande (rispetto al loro immesso al consumo) e un’implementazione coerente di un DRS rappresentano i due strumenti più economici ed efficaci per ridurre i rifiuti e una loro dispersione nell’ambiente” ha concluso Leitner.

(1) Reusable VS single-use packaging: a review of environmental impacts

21 marzo 2022

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